martedì 1 novembre 2016

Il cimitero monumentale perduto

Ventidue ettari è la superficie del Cimitero Monumentale di Messina. Il secondo, per grandezza e per bellezza, tra gli ottomila comuni d’Italia.
Le ultime generazioni di amministratori comunali sono riusciti però a degradarlo ogni giorno di più. Oggi c’è la scusa della mancanza di risorse,ma, a mancare veramente è stata l’etica e la responsabilità politica.
Nell’aprile del 1998 il Comune di Messina incaricò gli architetti Francesco Cardullo, Aldo Indelicato e Guglielmo La Rocca a redigere il Piano Particolareggiato del Gran Camposanto di Messina. Un Piano che conservasse e valorizzasse l’impianto originario previsto dall’architetto Leone Savoja. Dopo cinque anni, nell’aprile del 2003, il Consiglio comunale finalmente approvò il Piano. Un ritardo che fu conseguenza “del’apparato burocratico macchinoso e farraginoso”.
Dopo l’approvazione però i rischi paventati erano quelli della sua attuazione e gestione. E siamo al punto. Dal 2003 ad oggi,cioè in questi tredici anni, il Piano è stato gestito ed attuato come indicavano i progettisti? I sindaci che si sono succeduti hanno speso risorse,impegno e rigore per attuare quel Piano? Buzzanca, Leonardi, Genovese, Accorinti hanno agito con scrupolo e trasparenza per il bene comune? Per la tutela di un patrimonio culturale inestimabile che conserva tracce significative del pre terremoto? Crediamo proprio di no.
In questi anni abbiamo piuttosto assistito ad una guerra senza esclusione di colpi da parte dei due dirigenti che si sono alternati alla guida del settore Cimiteri. Uno scontro che ha avuto come “osservatori” non neutrali i vari sindaci che si sono succeduti. Oggi la situazione è che manca da due anni un direttore per la sezione amministrativa che assolva ai compiti fondamentali delle disposizioni,delle determine e dei regolamenti. Una responsabilità che ricade per intero sulla giunta Accorinti.
La parte tecnica è invece assorbita da soli 5 tecnici ( per 17 cimiteri ) che dovrebbero progettare,vigilare,istruire tutte le pratiche e attuare il Piano Particolareggiato rendendone  validi i criteri assunti. Un lavoro umanamente impossibile. Ed ecco che si spiega la situazione di oggi. Con la parte più significativa del Cenobio sigillata, con il Famedio sempre incompleto come per il Conventino.
Tutto ciò,ovviamente, aggravato dalla mancanza di risorse e dalla stessa indifferenza dei Beni Culturali della Regione Sicilia anche oggi che è in mano al messinese Franco Vermiglio. Un sussultino lo ebbero, nell’agosto dello scorso anno, i deputati Enzo Garofalo e Beppe Picciolo che si concluse con la “potente” richiesta al sindaco di un sopralluogo.
Beffa su beffa. Come le sbandierate “occasioni musicali” proposte dall’assessora comunale in varie occasioni. Opportune da un certo punto di vista,quello dell’immagine per esempio, ma assolutamente insignificanti dal punto di vista di un programma di serio e adeguato di una Pianificazione finalizzata alla valorizzazione e tutela dei Beni storici.
Il Cimitero centrale,nell’idea progettuale,era pensato come un grande parco per tutta la città. “Vissuto e frequentato dalla comunità”. Una grande risorsa che avrebbe avviato attività economiche e lavoro di grande spessore. Attività per l’intero settore delle costruzioni ( marmisti,muratori,fabbri,falegnami,restauratori,etc.)e per il settore ambientale, della manutenzione e della pulizia. Un vero grande cantiere aperto per le svariate professionalità e per l’occupazione di centinaia di persone.
Tutto ciò non è stato fatto,e, a parte il fumo negli occhi del giorno dei morti,la situazione rimane scandalosamente immutata. Ancora di più per gli altri sedici cimiteri suburbani dove non si riesce neppure addirittura a garantire la presenza giornaliera,per ognuno dei 16, di un custode.

giovedì 11 agosto 2016

Il "mostro" Molonia e i pastori in cerca di gloria

E' veramente incredibile come ci si possa accanire contro una persona ( che ha già pagato, per un'assurda stupidaggine ) cancellando secoli di civiltà giuridica e buonsenso.
Tutto ciò anche grazie alla incapacità dell'amministrazione Accorinti a gestire ogni processo culturale e di cambiamento.
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- La proposta del Partito Radicale di Messina -
15 agosto, una Giornata per lo Stato di Diritto e la Giustizia Riconciliatrice. Lo chiedono i Radicali di Messina.
Sarebbe auspicabile, scrivono in una nota, che alla manifestazione, al rito della processione della Vara, fossero “chiamati” e coinvolti tutti i detenuti del carcere di Gazzi in grado di potere essere presenti e condividere la magia di un evento unico.
Basterebbe un permesso speciale che il Comune e chi rappresenta i cattolici in questa città potrebbero chiedere al Giudice di Sorveglianza.
Quale segnale più forte potrebbe esserci se non il mettere il carcerato (in attesa di giudizio o meno) nelle condizioni reali di riscattarsi dai reati commessi e tornare a vivere, per qualche ora, dentro la società civile?
La riabilitazione, la “redenzione” e il reinserimento sociale passano attraverso questi atti di coraggio. Coraggio che si esprime dando forza alla legge e non il contrario.Sarebbe un segnale forte di civiltà giuridica e di vera lotta per la legalità.
In questi giorni abbiamo dovuto assistere a quello che è stato definito uno “scandalo”, rappresentato dalla presenza fisica di una persona con “precedenti penali” al tavolo di una conferenza stampa indetta dal Comune per presentare l’evento della Vara.
E’ stato certamente scandaloso. Ma lo è stato in quanto rappresentazione ipocrita degli scandalizzati, e, ancora di più, in quanto silenzio e povertà civile degli amministratori. Chi ha prestato giuramento allo Stato dovrebbe sapere cosa è lo Stato.
Il silenzio, i balbettii, gli impacci, i farfugliamenti generici nelle dichiarazioni di un sindaco o di un assessore cancellano secoli di civiltà giuridica.
Il nocciolo della questione. Il coinvolgimento del sig. Franco Molonia nella gestione dell’evento Vara e la sua presenza, al tavolo della conferenza stampa, assieme al sindaco e all’assessora consapevoli ma non ancora indignati. Molonia Francesco non è forse quella stessa persona che in tanti frequentano già nelle sedi istituzionali e fuori; in tantissimi non sono anche clienti assidui delle sue attività commerciali? Se fosse così pericoloso perché, con gli strumenti di legge, non si sono bloccate le sue attività? Quale indignazione quindi? Se è stato responsabile di reati ed ha scontato la pena oggi è un cittadino con ogni diritto.
Da anni si cerca di girare attorno al problema che è, invece, molto semplice: le “infiltrazioni criminali all’interno della Vara”. L’indicazione del timoniere e dei capicorda può rappresentare una discriminazione per chi è stato condannato ed ha scontato la propria pena? Scelta, ovviamente, sempre concordata assieme e nell’ambito delle funzioni  del Comitato Vara.
Qualcuno può realisticamente affermare che chi abbia avuto problemi con la Giustizia non possa più esercitare il ruolo di attivista nella conduzione della Vara? Certamente che no. Cosa ben diversa e se, chicchessia, nelle attività legate alla manifestazione commetta reati penalmente perseguibili. Come, per esempio, estorcere il famoso “caffè” (ovvero un contributo) all’amministrazione comunale o agli sponsor; minacciare o intimidire coloro che, in qualsiasi modo, partecipano e “usano” la manifestazione del 15 agosto; oppure non rispettando le regole e le indicazioni che la Polizia Municipale impartisce durante, o prima o dopo il corteo (tipo la vicenda che ha visto protagonista il comandante Ferlisi).
Questi dovrebbero essere i principi ai quali attenersi con estremo rigore. Tutto il resto è impostura. Come certe dichiarazioni, bacchettone o esagerate che dobbiamo ascoltare.

venerdì 24 giugno 2016

Accorinti tre anni fa. Credere nella Politica e nella Ragione.

Abbiamo scherzato. In questi tre anni di amministrazione della cosa pubblica abbiamo scherzato. E' questo che i "buoni" vorrebbero che si dicesse di loro. Della "loro" amministrazione. Sono gli stessi che già nel 2013 erano disturbati dalle proposte e dai consigli di coloro che non consideravano dei loro. Una concezione manichea della politica,dell'amministrazione ma anche della  politica stessa se pure non vogliamo entrare nell'impalpabile confine dell'amicizia e del rispetto.
Leggere oggi che bisogna attendere,dare credito,sperare nel cambiamento di una "cosa" ( questa amministrazione ) che sfido chiunque a definire,contornare, dare un senso e un profilo che abbia in qualche modo uno apparentamento con lo schema della politica. Dalla composizione della giunta, alle nomine che costituiscono il corpo di una amministrazione, quale fotografia possiamo scoprire? Quale identità possiamo dare. Figure e storie di cambiamento? Figure e storie di professionalità e conoscenza? Figure e storie di distanza dai centri di potere? Ditemi,diteci. Cosa rappresentano ognuno e tutti assieme nel corpo dilaniato di questa città.
Ma noi siamo "cattivi". Laici, maledettamente e ostinatamente ossessionati,se volete,nella Ragione. Ecco. Non il volere ragione ma il ragionare. Certo il ragionamento non parte dall'idea che questa amministrazione avrebbe dovuto fare la rivoluzione o,magari, fare le scelte epocali che essa stessa aveva lasciato immaginare attraverso i media compiacenti e furbi. No,il nostro ragionamento parte,partiva, dalla considerazione che bisognava fare gesti di buonsenso, di gradualità ma di rottura con le prassi consolidate. I risultati veri vengono sempre dopo il medio lungo periodo. Invece no. Si sono lanciati i proclami da un lato e le calunnie dall'altro. Si è consumata una vera e propria strategia di autoisolamento e di caccia all'untore. Dove per untori erano coloro che la pensavano diversamente. Pensavano diversamente e lo dicevano. A differenza dei chierichetti e delle vestali che si stracciavano pubblicamente le vesti per ogni "diversità". Invece della ricerca di una unità laica del e nel ricambio amministrativo si è cercata l'unità curiale dei finti laici.Tra demagogia e retorica si è imbarcato di tutto in questi tre anni. No lasciando nessuno spazio alla libertà di opinioni e al confronto con la realtà. Si è ipocritamente voluto eludere ogni dibattito e ogni confronto democratico. Non certo mediatico. Perchè davanti ai microfoni,accesi o spenti, o nella rete le accuse contro gli "altri", le volgarità, le bassezze, si sono sprecate. Invece di costruire una vera possibile alternativa al passato si sono portati avanti atteggiamenti ambigui,reticenti per nascondere una incapacità e una sterilità politica disarmante.
La prepotenza di chi poi è impotente davanti ai veri potenti è quanto di più  odioso e inaccettabile si possa considerare e auspicare.
Quindi rimane la questione di cosa e come procedere.
Per chi considera la politica come un qualcosa a cui credere la risposta è semplice. Per quanto mi riguarda,per quanto ci riguarda è come se fossimo sempre a quel maggio del 2013. Cioè al quel pre-elezione. Quindi significa proseguire e intensificare la battaglia,le battaglie per le quali abbiamo sempre lottato. Rimangano attuali tutte le nostre proposte che abbiamo fatto a questo sindaco e a questa amministrazione. Dico proposte non pro - posti. Noi siamo e facciamo  esattamente quello che diciamo. Quindi,per l'immediato, l'introduzione dell'istituto dei referendum e degli istituti di partecipazione popolare nello Statuto comunale. La nomina del Garante dei detenuti, L'istituzione del registro per il testamento biologico. La pubblicità reale degli atti amministrativi. La volontà esplicita a non rinnovare la concessione nella Rada S.Francesco. La reimpostazione dei rapporti con l'Autorità Portuale. La concessione immediata di tutti gli immobili comunali inutilizzati alle associazioni di volontariato. La rotazione dei responsabili di tutti i dipartimenti.
Dall'affrontare queste questioni fondamentali si misura il lavoro di una amministrazione. Non è l'assegnazione di attestati di bontà o di cattività che può modificare il senso politico dell'amministrare

mercoledì 1 giugno 2016




Diffamazione -  Il prossimo 7 giugno nuova udienza nel processo che mi vede imputato del reato di diffamazione.
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sabato 21 maggio 2016

RICORDO 2 Un gigante che piaceva a Sartre e anche a Wojtyla

RICORDO 2 Un gigante che piaceva a Sartre e anche a Wojtyla: E’ stato di volta in volta definito “fascista”, “amico dei fiancheggiatori delle Brigate Rosse”, “provocatore”, “qualunquista”, “destabilizzatore”.

venerdì 20 maggio 2016

Foto Addio Pannella, gli abbracci di amici e militanti in clinica. FOTO - Sky Skytg24 - Sky

Foto Addio Pannella, gli abbracci di amici e militanti in clinica. FOTO - Sky Skytg24 - Sky: Rappresentanti del mondo politico, esponenti dei Radicali, compagni di battaglie civili e sociali. Da Fausto Bertinotti a Bobo Craxi fino a Mina Welby, in tanti hanno voluto rendere omaggio al leader scomparso a 86 anni con una visita alla casa di cura romana in cui è deceduto

venerdì 13 maggio 2016

Abbiamo scordato Giorgiana Masi, uccisa nel ‘77 nel giorno di festa

Abbiamo scordato Giorgiana Masi, uccisa nel ‘77 nel giorno di festa: In piazza per la storica vittoria del referendum sul divorzio. Ma una ragazza, negli scontri con la polizia, finisce a terra a Ponte Garibaldi. Oggi chi se la ricorda?

sabato 30 aprile 2016

Fuori i Tir dalla città, basta con le favole – video

Fuori i Tir dalla città, basta con le favole – video: Petizione popolare Fuori i Tir dalla città basta con le favole L iniziativa ha avuto inizio questa mattina e in due ore sono state raccolte oltre 300 firme di cittadini che spontaneamente si sono recati al banchetto posto davanti al palacultura.

martedì 26 aprile 2016

L'antimafia dell'equidistanza

L'antimafia dell'equidistanza: Vogliono superare l’antimafia “dei pennacchi, delle vetrine e delle cricche”, fonte di scandali e truffe, vogliono una nuova antimafia, per questo hanno lanciato un manifesto fondativo che presenteranno il 21 giugno prossimo.

sabato 9 aprile 2016

Molti giornalisti sconoscono il significato di sit-in. Leggete allora.

sit-in: sit-in ⟨sit in⟩ locuz. ingl. [comp. di (to) sit «sedersi, stare seduti» e in «in»] (pl. sit-ins ⟨... ins⟩), usata in ital. come s. m. – Manifestazione non violenta effettuata, per protesta o per altri motivi, da dimostranti che occupano un luogo pubblico (una piazza, una via, ecc.), sedendosi a terra, spesso con il risultato di bloccare l’attività o il traffico: organizzare, fare un sit-in, partecipare a un sit-in.

sabato 5 marzo 2016

I media e la mafia

I media e la mafia: Diciamo la verità. In questo 2016, anno di grazia che assiste a una crisi internazionale di grandi dimensioni e pone gran parte dei Paesi europei di fronte alla tragedia epocale dei migranti nell'Europa, molti non sanno o non hanno...

venerdì 4 marzo 2016

Giovanni Falcone: ''Sono venuti a Palermo per fottermi''

Giovanni Falcone: ''Sono venuti a Palermo per fottermi'': A volere essere un po’ rudi, potremmo definirla 'La Catena di Sant’Antonio delle minchiate'. Si tratta di un ben individuato network di giornalisti, storici, maître à penser, opinionisti...

giovedì 25 febbraio 2016

Unioni parlamentari. Cioè vergognose

Dai un'occhiata al Tweet di @GiovaValentini: https://twitter.com/GiovaValentini/status/702778529998630912?s=09

martedì 23 febbraio 2016

Politiche abitative contro sgomberi

Dai un'occhiata al Tweet di @visicaro: https://twitter.com/visicaro/status/702191518417817601?s=09

sabato 20 febbraio 2016

Tano D'Amico https://g.co/kgs/STUZW
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giovedì 18 febbraio 2016

Dai un'occhiata al Tweet di @visicaro: https://twitter.com/visicaro/status/700290014660444162?s=09
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martedì 9 febbraio 2016

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VATICANO & GAY

PROCESSI e INFORMAZIONE

Alex Zanotelli nel suo invito alla disobbedienza civile sulle norme del "Pacchetto sicurezza"

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