venerdì 24 giugno 2016

Accorinti tre anni fa. Credere nella Politica e nella Ragione.

Abbiamo scherzato. In questi tre anni di amministrazione della cosa pubblica abbiamo scherzato. E' questo che i "buoni" vorrebbero che si dicesse di loro. Della "loro" amministrazione. Sono gli stessi che già nel 2013 erano disturbati dalle proposte e dai consigli di coloro che non consideravano dei loro. Una concezione manichea della politica,dell'amministrazione ma anche della  politica stessa se pure non vogliamo entrare nell'impalpabile confine dell'amicizia e del rispetto.
Leggere oggi che bisogna attendere,dare credito,sperare nel cambiamento di una "cosa" ( questa amministrazione ) che sfido chiunque a definire,contornare, dare un senso e un profilo che abbia in qualche modo uno apparentamento con lo schema della politica. Dalla composizione della giunta, alle nomine che costituiscono il corpo di una amministrazione, quale fotografia possiamo scoprire? Quale identità possiamo dare. Figure e storie di cambiamento? Figure e storie di professionalità e conoscenza? Figure e storie di distanza dai centri di potere? Ditemi,diteci. Cosa rappresentano ognuno e tutti assieme nel corpo dilaniato di questa città.
Ma noi siamo "cattivi". Laici, maledettamente e ostinatamente ossessionati,se volete,nella Ragione. Ecco. Non il volere ragione ma il ragionare. Certo il ragionamento non parte dall'idea che questa amministrazione avrebbe dovuto fare la rivoluzione o,magari, fare le scelte epocali che essa stessa aveva lasciato immaginare attraverso i media compiacenti e furbi. No,il nostro ragionamento parte,partiva, dalla considerazione che bisognava fare gesti di buonsenso, di gradualità ma di rottura con le prassi consolidate. I risultati veri vengono sempre dopo il medio lungo periodo. Invece no. Si sono lanciati i proclami da un lato e le calunnie dall'altro. Si è consumata una vera e propria strategia di autoisolamento e di caccia all'untore. Dove per untori erano coloro che la pensavano diversamente. Pensavano diversamente e lo dicevano. A differenza dei chierichetti e delle vestali che si stracciavano pubblicamente le vesti per ogni "diversità". Invece della ricerca di una unità laica del e nel ricambio amministrativo si è cercata l'unità curiale dei finti laici.Tra demagogia e retorica si è imbarcato di tutto in questi tre anni. No lasciando nessuno spazio alla libertà di opinioni e al confronto con la realtà. Si è ipocritamente voluto eludere ogni dibattito e ogni confronto democratico. Non certo mediatico. Perchè davanti ai microfoni,accesi o spenti, o nella rete le accuse contro gli "altri", le volgarità, le bassezze, si sono sprecate. Invece di costruire una vera possibile alternativa al passato si sono portati avanti atteggiamenti ambigui,reticenti per nascondere una incapacità e una sterilità politica disarmante.
La prepotenza di chi poi è impotente davanti ai veri potenti è quanto di più  odioso e inaccettabile si possa considerare e auspicare.
Quindi rimane la questione di cosa e come procedere.
Per chi considera la politica come un qualcosa a cui credere la risposta è semplice. Per quanto mi riguarda,per quanto ci riguarda è come se fossimo sempre a quel maggio del 2013. Cioè al quel pre-elezione. Quindi significa proseguire e intensificare la battaglia,le battaglie per le quali abbiamo sempre lottato. Rimangano attuali tutte le nostre proposte che abbiamo fatto a questo sindaco e a questa amministrazione. Dico proposte non pro - posti. Noi siamo e facciamo  esattamente quello che diciamo. Quindi,per l'immediato, l'introduzione dell'istituto dei referendum e degli istituti di partecipazione popolare nello Statuto comunale. La nomina del Garante dei detenuti, L'istituzione del registro per il testamento biologico. La pubblicità reale degli atti amministrativi. La volontà esplicita a non rinnovare la concessione nella Rada S.Francesco. La reimpostazione dei rapporti con l'Autorità Portuale. La concessione immediata di tutti gli immobili comunali inutilizzati alle associazioni di volontariato. La rotazione dei responsabili di tutti i dipartimenti.
Dall'affrontare queste questioni fondamentali si misura il lavoro di una amministrazione. Non è l'assegnazione di attestati di bontà o di cattività che può modificare il senso politico dell'amministrare
Posted By: Unknown

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