
Riflessioni su una città allo sbando
L'incontro di stamani all'hotel S. Elia: "Messina come ground zero"
(31-01-09) - "Il 28 dicembre del 1908 Messina divenne una necropoli. Oggi Messina è un agglomerato informe di cemento. Ma quel terremoto non è il responsabile dei disastri attuali" Questo è lo spunto del Comitato La Nostra città alla discussione che stamattina si è svolta all'Hotel S. Elia.
"Dopo il sisma - continua Saro Visicaro - si decise di rendere sicura la città attraverso un disegno urbanistico regolare, quasi elementare. Vennero così realizzati gli “isolati”. Cioè costruzioni separate da distanze di sicurezza. Oggi abbiamo costruzioni appiccicate, colline sventrate, montagne di cemento selvaggio. Non è stato quel terremoto a demolire il Collegio dei Gesuiti a piazza Cairoli, il teatro Peloro, il Savoia, le più belle realizzazioni del liberty o lo chalet di viale Libertà o i colli S. Rizzo. La speculazione e l’espansione edilizia ci hanno consegnato questa non città. Bertolaso sottosegretario alla protezione Civile,lo scorso 27 dicembre,ebbe a dire che un nuovo sisma procurerebbe “effetti devastanti”. Come risposero gli amministratori? Con un’idea geniale: “facciamo un nuovo Piano Regolatore”. Ovvero ancora cemento. Fantastico"
L’iniziativa di oggi è nata da un incontro. Incontro tra un “collezionista di immagini”, Antonio Abbate fondatore del sito photoweb (vedi sezione link), e dalla lettura del libro di Eleonora Iannelli.
La storia della “città incompiuta”, descritta da Eleonora Iannelli nel suo libro. L’inchiesta sulla ricostruzione perenne, sulle speculazioni, sulla cultura dell’assistenzialismo ha stimolato il Comitato La Nostra Città che ha proposto ad Antonino Abbate la realizzazione di una serie di incontri nei quali si potessero scambiare opinioni e si potessero confrontare i cittadini.
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