
A Ginevra, con lo sfondo mondiale delle N.U. si celebra la Conferenza contro il razzismo e la xenofobia, chiamata Durban 2 per confondere le idee dei, molti, per cui il richiamo alla prima città che aveva ospitato la prima Conferenza evocava più che altro la marca di un dentifricio un tempo molto reclamizzato.
E dove il Presidente di uno Regime teocratico, alla presenza di un altro stato in veste di Osservatore Speciale, sfruttava l'occasione per bollare di razzista lo Stato di Israele e gli ebrei.
Dov'erano le civiltà occidentali? Dov'era in particolare l'Europa?
Divise, imbarazzate davanti al fronte compatto dei Paesi che reclamano una radicale revisione dei Diritti Umani così come considerati sin dalla loro Dichiarazione istitutiva in quanto retaggio coloniale e frutto di intollerabile sopraffazione culturale. Le “stelle gialle” dell'U.E. erano in parte, giustamente, assenti e per il resto presenti a tentare di dimostrare timidamente, con sapienti uscite e rientri in aula, una inaccettabile compatibilità fra interessi nazionali e principi costitutivi.
La stella di Davide era ancora una volta richiamata anche come emblema di riconoscimento e di discriminazione. Non solamente in campo internazionale , però. In ambito nazionale, in Italia ma non solo, la caccia o la cacciata del diverso o dello straniero ( rom , rumeno , perseguitato profugo africano o semplice migrante ...) “reclama” in modi anche legali sempre più scomposti ed inaccettabili un “segno di identificazione per l'espulsione”.
Ciò che si persegue senza dichiararlo sino in fondo perché sarebbe intollerabile la sua stessa semplice esplicitazione è la eliminazione dell'avversario, a mezzo della cessazione della sua presenza, civile come culturale e fisica, da rendere impossibili. La cancellazione etnica (l'epurazione, la pulizia etnica, il pogrom...) come instrumentum regni, nella riedificazione del principio unico della sovranità assoluta nazionale su base culturale e soprattutto religiosa e contro la conquista di ogni principio di eguaglianza antropologica o civile.
I Radicali vogliono denunciare questa dimensione crescente ed in via di diffusione, di perdita delle garanzie di cittadinanza e del rispetto della legalità come forma di un nuovo Regime in via di costituzione di cui non è ancora possibile riconoscere compiutamente le fattezze, ma solo di intravedere la tragica pericolosità. Non sarà una riedizione del conosciuto. Sarà forse, dio non voglia, addirittura peggio tanto quanto la strumentazione tecnologica ha fornito di potenziamento delle possibilità di offesa reciproca.
Questo Regime in Italia vuole la sparizione, la cancellazione del nostro partito di cui si contesta persino la maggior durata nel panorama della rappresentanza politica in Italia ed italiana in Europa.
La “stella gialla” di identificazione pubblica è già stata apposta su di noi invisibilmente, nella complicità più sorprendente.
Pannella chiede che venga esibita nella comunicazione pubblica” visibilmente”, stimolando la discussione circa l'opportunità del ricorso a questo simbolo estremo. Lui vi si sofferma e discute sull'”esagerazione” o meno dell' analisi , della denunzia, del modo.
C'è una bandiera in cui compaiono in circolo dodici stelle gialle a cinque punte. E' l'emblema, non più aggiornato della U.E. Una di queste stelle non potrebbe essere a sei punte, come quella che spiccava sui cappotti dei deportati ebrei?
Direbbe, accennandolo per alcuni molestamente, gridandolo per altri che l'attendono come conquista di più verità, che Israele è Europa, che dovrebbe farne parte per rendere impossibile persino alla follia di un fanatico pensare a cancellarla dalla faccia della terra con la forza. Ma, soprattutto che quella stella è l'emblema di ogni rifiuto di violenza, e di affermazione della possibilità di soluzione pacifica, di ogni compromesso risolutore attraverso cui la nostra umanità faticosamente cerca di trascinare più avanti di un passo le sue conquiste di civiltà.
Ed inoltre che responsabilità politica è raggiungere risultati e non cercare occasioni di esibizione.
In una campagna elettorale “per l'Europa” è come se le due stelle gialle, come i nomi dei nostri rappresentanti si sovrapponessero, naturalmente ed eloquentemente. E senza esagerazioni.
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