venerdì 3 aprile 2009

A MESSINA UN EVENTO DA NON PERDERE


giovedì 9 APRILE ORE 17,30 - HOTEL S.ELIA via 1° settembre Messina

venerdì 10 APRILE ORE 10,00 - SALONE SPECCHI PROVINCIA REGIONALE
PRESENTAZIONE E INCONTRO CON L'AUTORE DEL LIBRO
"LA TERZA NAZIONE"

Matteo Schianchi racconta com'è nato il suo saggio "La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà". "Con la terza nazione - dice l'autore, ricercatore in campo delle scienze sociali - mi è sembrato di far convergere la mia dimensione personale di disabile con il percorso di ricerca" per porre la questione della disabilità come problema sociale ed esistenziale che riguarda tutti. In linea con la Convenzione Onu, la causa dell'emarginazione non è l'handicap in quanto tale, ma lo sguardo che posiamo, a livello individuale e collettivo, sulla disabilità.

La prima idea di scrivere qualcosa sulla disabilità nasce qualche anno fa. Era un momento di forte crisi personale, sentivo che il mio handicap mi pesava tantissimo, nelle relazioni con gli altri. Sentivo nella mia quotidianità tutta quella "fatica di essere disabili" di cui parlo nel secondo capitolo, una fatica opprimente, senza soluzione. Avevo il bisogno di raccontare quella fatica, gli sforzi che avevo fatto per anni per ricostruire me stesso dopo un incidente stradale in cui ho perso un braccio e una gamba. Per fortuna non ho poi scritto nulla. Sarebbe stato un racconto autobiografico, di nessun interesse per gli altri. Non mi interessa il racconto di sé. Raccontare, qualsiasi cosa essa sia, ha secondo me un senso solo se si suscitano i sentimenti, i pensieri e le riflessioni altrui.
Alle questioni più strettamente personali si è poi aggiunto un percorso intellettuale e di ricerca. Ero laureato in storia ormai da anni, ma non avevo mai pensato che la disabilità potesse diventare un tema di analisi per le scienze sociali. Ho poi cominciato a leggere alcuni testi, a partire da Stigma di Erving Goffman che, per caso, ho trovato sul bancone di una libreria. Credo che chiunque si interessi di disabilità debba leggere questo libro. Da lì le mie letture si sono approfondite, sono andato alla ricerca di altri testi e di articoli. Ho soddisfatto i miei interessi soprattutto in Francia, dove l'attenzione delle scienze sociali per questo tema è molto più approfondita.
Con "La terza nazione" mi sembra di aver fatto convergere la mia dimensione personale di disabile con il percorso di ricerca. Ho cercato di costruire un testo che fosse il più accessibile possibile poiché credo che una "cultura della disabilità" deve poter essere fruibile al maggior numero di persone. Nello stesso tempo, ho voluto porre la questione dell'handicap come problema sociale a tutto tondo, ma anche come problema esistenziale che coinvolge tutti, e non solo i disabili.
Ho trovato il punto di raccordo tra queste diverse dimensioni nello sguardo che abbiamo tutti, normali e disabili, sull'handicap. Uno dei passaggi del libro a cui sono maggiormente legato è il seguente: "Da anni studiosi di scienze sociali e oggi anche la Convenzione dell'Onu sui diritti delle persone con disabilità sostengono che la causa iniziale dell'emarginazione di chi è disabile non è l'handicap, la menomazione in quanto tale, ma lo sguardo che posiamo, a livello individuale e collettivo, sulla disabilità. A interporsi tra il disabile e la vita non c'è l'handicap, ma lo sguardo su di esso" (pag. 14).
Il mio libro parte da qui. Ho voluto fare un percorso per comprendere le origini di questo sguardo, in termini psicologici e culturali. Ma non considero questo approccio "culturale" all'handicap una operazione intellettuale fine a se stessa: il modo attraverso cui guardiamo la disabilità ha ricadute concrete nella realtà quotidiana delle persone disabili. Quel considerare i disabili esseri inferiori è un pensiero terribile che esprimiamo come singoli e come collettività è uno sguardo nasce dalla paura che suscita in noi la semplice vista dell'handicap e si trasforma in tutti quei comportamenti e quegli sguardi che stigmatizzano ed escludono le persone disabili. Ciascun disabile sa quanto questo sguardo abbia bloccato sul nascere la possibilità di stringere relazioni, di comunicare con gli altri, di esprimere se stessi.
Matteo Schianchi







La terza nazione del mondo
(a cura di Stefano Borgato)
È il titolo del libro presentato a Milano e nei prossimi giorni a Roma e si riferisce a quei 650 milioni di disabili nel mondo - oltre il 10 per cento della popolazione globale - una "nazione" superata solo dalla Cina e dall'India. Lo ha scritto Matteo Schianchi, ricercatore nel campo delle scienze sociali, anch'egli persona con disabilità, ed è un'opera da consigliare a tutti per "fare il punto" della situazione sulla disabilità nel mondo e in Italia

Non è certo un "libro d'occasione", scritto sulla scia della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, La terza nazione del mondo, di Matteo Schianchi, laureato in storia contemporanea e già ricercatore presso la Scuola di Alti Studi in Scienze Sociali a Parigi, oltre che componente della Nazionale Italiana di Sport Disabili che ha partecipato agli Europei e ai Mondiali di nuoto. Si tratta invece di una sentita e utile ricognizione sulla disabilità - condizione che l'Autore vive in prima persona - con lo sguardo rivolto sia al passato che al presente.

Partendo da un titolo "provocatorio" al punto giusto - che è per altro la fotografia oggettiva della realtà esistente -  l'opera prende le mosse da uno dei personaggi disabili che più hanno fatto parlare in questi tempi, come l'atleta sudafricano Oscar Pistorius, per risalire poi nel tempo e ampliare lo sguardo alla situazione di quei 650 milioni di persone che oggi costituirebbero appunto la "nazione più popolata del mondo", dopo la Cina e l'India.
«Sono oltre il 10 per cento della popolazione globale - scrive Schianchi - e in Italia sono circa 6 milioni, la seconda "regione" dopo la Lombardia. Sono le vittime di malattie congenite o acquisite, di traumi psichici, di incidenti sul lavoro e stradali, di tumori. Ma l'handicap non solo coinvolge molte persone: esso riguarda tutti, poiché le sue cause stanno nei rischi, nelle fatalità, nelle casualità cui sono soggette le nostre esistenze e quindi, proprio perché la temiamo, rifiutiamo la disabilità, la sua vista ci disturba e ci inquieta».

Particolarmente interessante la prospettiva di osservaziona adottata da Schianchi che guarda alla "visione dell'handicap". «Non esiste handicap senza sguardo sull'handicap - scrive infatti - e questo sguardo è pieno di rifituo, pregiudizi, pietismo provati dai "normali" sui disabili e dai disabili su se stessi: qui si creano e si alimentano il rifiuto e l'emarginazione, uno sguardo stigmatizzante che in realtà ha profonde radici psicologiche e culturali».
Ed è proprio queste "radici" che l'Autore cerca di mettere in luce, senza mai dimenticare che attorno vi è «uno stato sociale ancora insufficiente, nella prevenzione e nelle risposte alle forme di handicap», che «dovrebbe rifarsi alla recente dichiarazione ONU dei diritti dei disabili, non ancora ratificata dall'Italia»: politiche tuttora centrate sull'assistenzialismo, barriere, risorse insufficienti, leggi parzialmente applicate, niente strumenti psicologici per affrontare i vari traumi. «Sono questi i deficit - conclude Schianchi nell'introduzione al suo libro - che contribuiscono a sommergere i disabili nelle difficoltà quotidiane, nelle solitudini, nelle forme di povertà, in vite completamente sacrificate all'handicap».

Temi, dunque, non certo nuovi per chi frequenta abitualmente le nostre colonne o per chi vi scrive, ma che riuniti in un saggio diventano assai utili per "fare il punto" della situazione e fornire ulteriori elementi di discussione, da affiancare come ideale base di partenza agli approfondimenti sui temi che vi vengono trattati.
Assai lucida, poi, è anche la "proposta finale", quando si scrive: «È meglio rendersi conto che ancora oggi l'integrazione è molto lontana perché i dispositivi adottati sono insufficienti e non fanno sistema. Non basta far consumare di più i disabili, né parlare di più di handicap per modificare automaticamente la realtà e il senso comune. Si può invece pensare che alcuni aspetti dell'integrazione delle persone disabili siano già possibili. Passano per radicali forme di prevenzione tese  diminuire le fonti dell'handicap. Passano per il passaggio da politiche assistenzialiste a politiche che mettono al centro i soggetti e le loro relazioni, come proposto dalla Convenzione ONU. Passano per la messa a disposizione di ausili tecnologici adeguati, per la fornitura di servizi pertinenti. Passano per la gestione psicosociale del trauma dell'handicap. Passano per l'eliminazione delle barriere architettoniche nei luoghi e nei mezzi di trasporto, nell'inclusione reale nelle dimensioni del lavoro e nella scuola. Passano per la costruzione di saperi scientifici e per la formulazione di competenze e linguaggi capaci di costruire una cultura dell'handicap. È il "programma minimo". Ma solo da qui si possono cominciare a gettare le basi per l'integrazione dell'handicap e dei suoi portatori, così diversi ma non inferiori e così profondamente parte integrante della condizione umana e della vita nella nostra società».

Un libro, dunque, da consigliare a tutti, impreziosito tra l'altro da una sitografia finale, che segnala i principali spazi web italiani dedicati alla disabilità e da alcuni passaggi letterari o cinematografici particolarmente azzeccati, proposti come epigrafi all'inizio di ogni capitolo. Per tutti la citazione dal Padiglione d'Oro, capolavoro del celebre scrittore giapponese Yukio Mishima: «I minorati fisici hanno la stessa bellezza delle donne avvenenti. Gli uni e le altre sono stanchi d'essere guardati, sono sopraffatti e nauseati da un'esistenza trascorsa nella continua curiosità altrui, e reagiscono chiudendosi in se stessi».

Da segnalare, in conclusione, che dopo la presentazione di Milano del 10 febbraio, La terza nazione del mondo sarà al centro anche di un inconro a Roma (giovedì 19 febbraio, Libreria Feltrinelli, Via Vittorio Emanuele Orlando, 78/81), alla presenza di Pietro Barbieri, presidente nazionale della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap).
Matteo Schianchi, La terza nazione del mondo. I disabili tra pregiudizio e realtà, Milano, Feltrinelli, 2009 (Serie Bianca), 176 pagine, 14 euro (in libreria dal 15 gennaio 2009).

Indice: Introduzione - 1. Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare - 2. La fatica di essere disabili - 3. Dis-integrati - 4. Tira fuori il mostro che c'è in te - 5. La mostra delle atrocità - 6. Prigionieri della civiltà. Una storia per sommi capi della disabilità - 7. Effetto collaterale e risposte insufficienti - 8. La barriera culturale - 9. Umano, troppo umano - Sitografia - Note.
Posted By: Unknown

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