
Messina 15 giugno 2009 – comunicato stampa -
il monopolio nello Stretto ha ucciso le ferrovie
Intere zone pregiate del fronte mare e dell'area portuale di Messina sono state asservite ad approdi di traghettamento privato. La carovana dei Tir continua a imperversare per la città ( questa mattina,alle 8,15, l'ennesimo incidente all'inizio della via Cavour dove non sarebbe dovuto passare nessun mezzo pesante).
Di fronte a tale situazione, non si colgono segnali di novità. La flotta pubblica invece si assottiglia e scompare secondo una strategia precisa. Governo, Trenitalia ed RFI vogliono isolare la Sicilia e sono a rischio ancora 1500 posti di lavoro con la conseguenza che il servizio pubblico sarà ridotto ai minimi termini. Così come avviene sistematicamente da oltre quaranta anni. Rete ferroviaria e Trenitalia, con un'iniziativa unilaterale, fermeranno definitivamente una nave per il trasporto ferroviario e dismetteranno totalmente il trasporto – sostenibile - merci su rotaia. Mentre il traghettamento privato moltiplica la flotta, le corse e il gommato insostenibile riversato sulla viabilità cittadina e regionale. Ciò sta avvenendo in totale dispregio del principio costituzionale che sancisce l'obbligo del mantenimento della continuità territoriale dello Stato e le normative europee sulla libera concorrenza dei trasporti.
Il coinvolgimento, richiesto da alcuni politici risulta beffardo, consiglieri comunali e provinciali notoriamente hanno sempre agevolato un unico vettore:quello privato, di un solo privato, mentre altre società e altre offerte sono state lasciate morire in silenzio.
Il progetto di sviluppo per l’area dello Stretto e quello conseguente della navigazione nello Stretto si potrà risolvere soltanto con la razionalizzazione degli approdi a Messina e nella costa calabra e CHIUDENDO definitivamente LA RADA S.FRANCESCO. Soltanto così tutti i vettori saranno posti nelle stesse - medesime condizioni di approdo e di servizio. Il monopolio dei Franza - Genovese - Matacena ha distrutto le FFSS (oggi rfi) ed è questo il problema centrale. Come si pensa di sciogliere questo nodo, questa commistione? Avevamo proposto all'amministrazione comunale di “ENTRARE” nel traghettamento o attraverso una convenzione pubblica con altri privati o,meglio,con una compartecipazione nella navigazione parapubblica. Appare francamente INUTILE e FUORVIANTE CHIEDERE alle ferrovie di non dismettere quando sono proprio i politici (TUTTI) che in Parlamento e fuori lavorano per espellere il traghettamento pubblico dallo Stretto.Il resto ci sembra una farsa.
Palmira Mancuso - Saro Visicaro
associazione radicale “Leonardo Sciascia”
Nessun commento:
Posta un commento