IL VUOTO DEI SERVIZI SOCIALI NELLA CITTA' DELLE EMERGENZE
1098 sfollati, 37 vittime ( i corpi di sei delle quali mai ritrovati). Questa fredda sintesi di quello che è successo l'1 ottobre 2009 a Sud della città di Messina non disegna e non può raccontare l'altra tragedia vera. Quella dei parenti delle vittime, l'insieme di quelle famiglie travolte dal fango che non hanno avuto niente oltre il dolore. Solo piccoli contributi per gli affitti. Poi silenzi e disorientamento, da parte di veri e propri testimoni di ingiustizia.
In queste ore si legge di stanziamenti finalmente sbloccati ( dopo due anni) e di "priorità". Non sono però assolutamente evidenti gli interventi immediati dirette alle persone.Per gli sfollati. Per i bisogni di coloro che hanno subito 24 mesi di sofferenze e di richieste rimaste senza risposta.
Non è più possibile ascoltare mezze - verità, fatti non veri, di promesse ambigue.
C'è bisogno di un "sogno" concreto. Di una speranza che liberi il futuro di tanti sfollati e,tra questi,di tantissimi giovani che vivono ancora il dramma di quei momenti.
Noi crediamo che un ruolo dovrà essere svolto dal volontariato sociale. Quel volontariato che già due anni fa aveva dato segnali precisi di solidarietà ma che poi non è stato messo nelle condizioni di coordinarsi,di programmare interventi mirati e adeguati.
Infine c'è la necessità di più trasparenza e partecipazione attiva.Conoscere la destinazione precisa di molte donazioni effettuate in quei giorni. Sapere come vengono gestite quelle somme.Non è secondario questo problema perchè i sospetti e le pusillanimità non si alimentino oltremisura.La gente non merita questo.
Oggi,con questa iniziativa, abbiamo voluto testimoniare e sottolineare il dolore dei sopravvissuti. E la modesta targa che abbiamo voluto consegnare a Daniela Panarello ( mamma di Brian, il ragazzino di pochi anni salvato dal sacrificio della zia Katia Panarello) è un segnale accompagnato da quel "Non ti mollo" gridato da chi non può più tornare.
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