A Messina,anzi Barcellona Pozzo di Gotto,opera e agisce un grandissimo economista.Non è ancora di fama mondiale,non è neppure di scuola liberista come Antonio Martino,ma si impone ormai come insuperabile tecnico per le future scelte strategiche post globalizzazione.Messina potrà contare sulle sue idee e sul suo fiuto. Il nostro è anche,a tempo perso, sindaco della città dello Stretto oltre che deputato regionale, medico nutrizionista,appassionato di barche e di belle compagnie. Proprio oggi, il quotidiano locale lo ha ospitato concedendogli mezza pagina di cronaca.Per dire cosa? Ma semplice,tracciare la linea dello sviluppo prossimo futuro della città che amministra. Accantonando,per adesso,la bella favola della grande opera ( cioè il ponte) e dei suoi 40 mila lavoratori da occupare per sei anni (sic), il tuttologo ha dichiarato: "per rilanciare l'economia messinese bisogna costruire porticcioli". Infatti,fa notare argutamente,a Tunisi ogni tre-quattro miglia vi è un porticciolo.Ma chissà perchè i tunisini fuggono dalla loro terra in cerca di lavoro in Europa.Avranno forse saputo che a Messina iniziano i lavori per i porticcioli? Chissà.Tornando alle teorie del Peppino ex missino come può una città con 50 chilometri di costa non trovare convenienza dalla realizzazione di più porti turistici? Come può ? Come può? In questa illuminante idea però,qualcuno pensa ci sia il suggerimento di un noto avvocato,assessore e grande amico di coloro che quei porticcioli desiderano ardentemente. Li desiderano anche così tanto perchè a pagare saremo noi cittadini. Loro,i furbetti,li sfrutteranno soltanto. 140 miliardi "soltanto" per quelli previsti nella zona di Grotte.
Chissà come mai il grande economista non abbia ancora trovato soluzioni per gli operai dell'ex Birra Messina,per quelli dell'ATM,per la Rodriquez,per le decine di attività che chiudono nell'abbandono totale. Forse perchè dietro di loro non c'è nessuna lobby monopolista che li sostenga.
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